
In molti luoghi ed edifici pubblici, così come all’interno delle costruzioni residenziali, il problema delle barriere architettoniche è tanto annoso quanto difficile da risolvere nonostante non siano affatto mancate le misure messe in campo per questa “battaglia”.
Non sono bastate infatti una normativa approvata nel lontano 1989 (Legge n° 13) dedicata al loro abbattimento, né la sempre maggior sensibilizzazione dell’opinione pubblica avvenuta negli ultimi anni: gli ostacoli al passaggio e al movimento delle carrozzine sono tuttora presenti in maniera capillare soprattutto negli edifici meno recenti.
È bene ricordare che oggi non mancano certo né gli strumenti né le competenze tecniche per liberarsi delle barriere architettoniche e, a questo proposito, oltre agli ascensori e alle rampe inclinate è possibile approfittare dei benefici delle piattaforme elevatrici.
Questi impianti per la mobilità verticale riescono a sopperire alla mancanza di un ascensore tanto nei contesti privati quanto negli spazi pubblici, offrendo un’elevata versatilità di impiego che va ben oltre i campi di applicazione di un tradizionale ascensore per disabili (che richiede spazi e dislivelli di una certa entità per poter funzionare).
Ad incrementare ulteriormente le potenzialità di installazione delle piattaforme elevatrici, a Reggio Emilia come altrove, vi è anche il fatto che questi impianti, oltre al loro tradizionale assetto verticale, possono essere realizzati anche con movimento inclinato rendendoli di fatto dei veri e propri alleati per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Redazione
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